Il lavoro più bello del mese

Il lavoro più bello del mese di giugno: restauro delle mura medievali di Prato

26 Giugno 2016

Un mese è passato e siamo di nuovo arrivati al lavoro più bello del mese. Vi ricordate? Come lavoro del mese di maggio avevamo scelto di raccontare il restauro di un pavimento esterno in cotto fiorentino, eseguito sotto all’ombra della cupola del Duomo di Firenze. Per quel lavoro, la ditta che aveva eseguito il restauro aveva eseguito un trattamento antivegetativo e impermeabilizzante. L’obiettivo era duplice: da un lato, eliminare la patina di muffa e alghe dal pavimento in cotto; dall’altro rendere il cotto impermeabile alle infiltrazioni e protetto dalle macchie. Anche il lavoro del mese di giugno tratterà di un intervento di restauro. Ma si tratta di un restauro molto particolare. Non un’abitazione ma il restauro delle mura medievali di Prato. Tratto delle mura di Prato vicino all'ingresso del Museo del Tessuto Le mura di Prato sono molto antiche. Risalgono al XIV secolo: furono costruite tra il 1300 e il 1350. Si è trattato di intervenire su un monumento molto antico e quindi molto delicato. Su monumenti del genere non si può intervenire a cuor leggero. I motivi sono tanti. Ne elenchiamo almeno tre che ci vengono in mente:

  1. Si tratta di un monumento antico, bisogna proteggerlo – Un monumento antico è sempre un pezzo di storia. Ne ha viste tante, e, a chi sa comprenderne il linguaggio, può raccontare delle storie davvero interessanti. Un restauro mal eseguito rischia di eliminare questi segni e cancellare pezzi di storia da tramandare alle generazioni future.
  2. Ci sono degli obblighi di legge – Tutti i monumenti antichi sono protetti dal Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. n.42, 2002). La Sovrintendenza, il rappresentate locale del Ministero dei Beni Culturali, stabilisce nel dettaglio come devono essere eseguiti i restauri. Questo riduce di molto la libertà delle aziende restauratrici che sono obbligate a scegliere con cura i prodotti da utilizzare nell’intervento.
  3. Si tratta di grandi superfici – Come è possibile immaginare, restaurare un tratto di mura richiede un impegno organizzativo non da poco. Bisogna restaurare superfici grandi centinaia di metri quadrati. In questi casi bisogna utilizzare dei prodotti professionali, pensati per essere utilizzati su grandi superfici.

La ditta che ha eseguito il lavoro

Il restauro è stato eseguito da una ditta specializzata in restauri. La ditta si chiama AGENA RESTAURI di Michele Rotella. L’azienda di Pistoia è specializzata nel restauro dei manufatti in materiale lapideo, affreschi e pitture d’interesse storico culturale. Come partner per i suoi i lavori ha scelto di utilizzare MARBEC, che con i suoi prodotti professionali compatibili con le richieste delle Soprintendenze, è ideale per i prodotti dedicati al restauro. Ma entriamo più nel dettaglio. Come è stato eseguito il restauro delle mura di Prato? Continuate a leggere!

Le mura di Prato: restaurare una grande superficie in pietra naturale

Le mura di Prato hanno una storia lunghissima. Furono costruite nel XIV secolo. Anzi, per essere più precisi, in un periodo compreso tra il 1300 e il 1350. Il materiale utilizzato per costruirle, oltre alla malta, è una pietra toscana, la pietra alberese. All’epoca non c’era molta scelta nell’utilizzo dei materiali. Si utilizzavano i materiali locali più robusti che si riuscivano a trovare. La pietra alberese era perfetta per costruire. Vediamo perché. La pietra alberese è un tipo di pietra naturale che si trova in abbondanza nel territorio tra Prato e Firenze. Questa pietra veniva utilizzata anche dai romani, a dimostrazione dell’ottima qualità come materiale da costruzione. Si tratta di un tipo di calcare marnoso a grana molto fine. Motivo per cui è facilmente lavorabile e riducibile in blocchi. Perfetta, quindi, per essere usata come pietra da costruzione. Ma, come sa bene chi si occupa di restauri, la pietra calcarea è molto permeabile. Tende ad assorbire ogni sorta di impurità ed è un terreno di coltura ideale per muschi, licheni e altre forme di vita biologiche e vegetali perché si impregna di umidità. Prima di effettuare qualsiasi intervento di restauro, l’obiettivo è pulire la superficie in pietra naturale dalle incrostazioni biologiche.

La rimozione delle incrostazioni biologiche dalla pietra naturale

Per eliminare definitivamente le incrostazioni biologiche si usano dei prodotti che uccidono i microrganismi e impediscono loro di crescere nuovamente. Esistono diversi prodotti, ma non tutti possono svolgere il lavoro a regola d’arte. In questo caso, come abbiamo detto, l’intervento doveva essere eseguito su un monumento protetto dalla Sovrintendenza. Questa, nel capitolato, ovvero nelle regole da rispettare per eseguire il lavoro, aveva espressamente stabilito alcuni punti imprescindibili del lavoro. Sul documento ufficiale era indicato espressamente che nelle fasi di pulitura l’azienda avrebbe dovuto usare prodotti e materiali che garantissero la patina superficiale d’invecchiamento del monumento. Non bisognava alterare in alcun modo il colore della superficie. Bisognava pulirlo eliminando solo la parte di incrostazioni vegetali. Come si vede, gli spazi di manovra per la AGENA RESTAURI erano molto esigui: pulire le mura di Prato era un bella sfida! Sfida vinta egregiamente, a giudicare dalle foto: osserva nelle foto qui sotto il contrasto tra il prima e dopo. La parte più scura è quella che non è stata trattata, la parte più chiara è quella già sottoposta a trattamento antivegetativo. La differenza tra le mura da pulire e quelle già pulite Per ottenere questi risultati la AGENA Restauri si è affidata ad ALGANET, il pulitore professionale per incrostazioni biologiche Marbec. Perché la AGENA RESTAURI ha scelto di affidarsi a questo prodotto per un lavoro così delicato? Semplice: ALGANET è un prodotto efficace, biodegradibile e rispettoso dei materiali. Differenza tra le mura restaurate e quelle ancora da pulire I suoi componenti gli permettono di aggredire la patina vegetale superficiale, senza rovinare il materiale di supporto per eliminare il problema della crescita di muschi e licheni bisogna eliminare il problema alla radice. Il passo successivo, per eseguire un lavoro a regola d’arte, è quello di impermeabilizzare la pietra naturale, impedendole così di assorbire umidità.

Impermeabilizzare e proteggere le superfici in pietra naturale

Come abbiamo avuto modo di ripetere tante volte su questo blog, la pietra naturale è porosa e va impermeabilizzata. Va protetta dagli agenti esterni e resa immune a ulteriori attacchi da parte di microrganismi. Per ottenere questi risultati la ditta AGENA RESTAURI ha usato un prodotto professionale per la pulizia MARBEC. Il prodotto utilizzato per impermeabilizzare la superficie esterna in pietra alberese è IDROWIP. IDROWIP è un protettivo idrorepellente a base acquosa. Il suo compito è di impedire l’assorbimento di umidità dall’esterno o la risalita di umidità dall’interno. Molti protettivi per materiali assorbenti, tendono a far virare il colore della superficie. Ma, come abbiamo visto, il committente aveva richiesto esplicitamente che i materiali utilizzati non modificassero in alcun modo il colore o la patina della superficie trattata. Essendo in base acquosa, IDROWIP è l’ideale in tutte quelle situazioni in cui è obbligatorio conservare la tonalità di colore della superficie. Ecco ancora qualche foto del restauro: Le mura dopo la pulizia e il restauro

Il lavoro del mese. Scheda riassuntiva

Restauro di un tratto delle mura di Prato in pietra naturale alberese

Pulizia antivegetativa e trattamento protettivo idrorepellente per esterni

Ditta che ha eseguito il trattamento

AGENA RESTAURI di Michele Rotella via Guerrazzi 30 51100 – Pistoia

Prodotti utilizzati:

Prodotti trattati nell'articolo
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