Continua il nostro viaggio attraverso i meravigliosi luoghi d’Italia che facciamo grazie alla rubrica “Il lavoro più bello”. La scorsa volta eravamo nel Lazio per il recupero cotto della residenza di un piccolo borgo.
Non potevamo ovviamente non passare dal nostro capoluogo di provincia, Pistoia, che accoglie il nostro laboratorio di ultima generazione. Per l’occasione vi parliamo della lucidatura di una superficie di marmo in portoro che è stata realizzata dalla ditta Renovoart in un edificio di questa importante città toscana, di cui ora vi raccontiamo un po’ di storia.
Pistoia, crocevia della Toscana
Amata da D’Annunzio che gli dedicò parole al miele in ‘Le città del silenzio’, Pistoia nel II secolo a.C. aveva già un ruolo centrale per il suo appoggio alle truppe romane nella lotta contro i Liguri e fu luogo di conquista per Bizantini, Franchi, Goti e Longobardi.
Diventata un comune libero nel 1105, tra le alleanze storiche si segnalano quelle con Pisa e Siena e la sua posizione geografica la rese un crocevia commerciale particolarmente importante, fino alla perdita dell’autonomia l’11 aprile 1306 in seguito all’assedio degli storici nemici fiorentini e lucchesi. Pistoia tornò quindi agli antichi fasti con la nascita del Granducato di Toscana e con l’arrivo dei Lorena numerose riforme la videro protagonista.
Annessa al Regno d’Italia nel 1861 divenne poi provincia e sede della prefettura nel 1927 e a oggi è nel gruppo delle Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione contro il fascismo. Il patrono è, infine, San Jacopo (celebrato ogni 25 luglio), apostolo invocato per proteggere la città dai Saraceni, omaggiato da celebrazioni liturgiche e dalla famosa corsa del “Palio”.
Molti i monumenti e i luoghi di interesse. Da la cattedrale di San Zeno fino alla torre, alta 30 metri, di Catilina, sono davvero numerosi i posti che raccontano la storia secolare di questa provincia toscana.
Ma ora parliamo di…marmetta!
Marmette in portoro
Ma cos’è esattamente la marmetta?
La marmetta è un tipo di mattonella composta di graniglia che viene utilizzata per il rivestimento dei pavimenti. Normalmente ha una forma quadrata, ogni lato è di circa 20-25 centimetri ed è composta da due strati, uno inferiore in calcestruzzo di cemento e uno sovrastante fatto di usura di graniglia o di scaglie di marmo e pietre colorate.
Grazie alle sue caratteristiche di durezza e resistenza, la marmetta è specificatamente utilizzata per la realizzazione di pavimentazione all’interno di ospedali, centri commerciali, locali di servizio, scuole e tutte quelle zone in cui il calpestio è particolarmente frequente.
Il portoro, che caratterizza il marmo in questione, dona invece le classiche venature e si distingue in cinque tipologie che coincidono con i rispettivi strati principali, che vanno dal cosiddetto scalino fino al Nero e Bianco di Spezia.
Il marmo di portoro ha un aspetto unico, ha una storia che risale all’epoca romana ed è considerato un’opera d’arte; motivi per i quali è importante utilizzare i prodotti giusti e la corretta procedura per una perfetta lucidatura.
Come lucidare le marmette in portoro
L’operazione si suddivide in tre fasi:
- prelevigatura con monospazzola
Per prima cosa è stato rimosso lo strato superficiale composto da micro-corrosioni e micro-graffi. Per fare questo è stata utilizzata una monospazzola dotata di DISCO PRELUX, disco diamantato che viene impregnato direttamente nel supporto per uno spessore di 3-4 millimetri.
Il consiglio è quello di strofinare con la macchina monospazzola fino a quando non si forma una poltiglia bianca, mantenendo la superficie bagnata durante l’utilizzo del DISCO PRELUX.
- cristallizzazione con Kw-Star
La seconda fase consiste appunto nella cristallizzazione del marmo che viene effettuata con l’aiuto di KW-STAR, polvere che permette di ridare lucentezza alla superficie senza modificare il suo aspetto naturale.
Utilizzando la monospazzola sono stati versati alcuni grammi di polvere KW-STAR sulla superficie sulla quale, successivamente, è stato appoggiato il DISCO BIANCO. A questo punto è stata nebulizzata l’acqua intorno al disco durante lo strofinamento.
Una volta formatasi una poltiglia bianca si è proceduto lavorando il prodotto per alcuni minuti.
- lavaggio finale con Flora
Terza e ultima fase è quella del lavaggio della superficie con il detergente neutro concentrato FLORA. Steso sul pavimento con un panno in microfibra è stato lasciato agire per alcuni minuti e in seguito la superficie è stata strofinata con una spugna.
L’operazione si è conclusa con un risciacquo fatto con un panno in microfibra e dell’acqua pulita, riportando così la superficie di marmo in portoro a splendere nuovamente!